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Per gli ex fumatori la mortalità diminuisce del 27% con stili di vita più sani

Oncologia Redazione DottNet | 26/09/2022 13:43

a riduzione della mortalità osservata dai ricercatori era del 26% per il cancro, del 28% per malattie cardiovascolari, del 30% per le malattie polmonari

 Per gli ex fumatori, oltre che dire addio alla sigaretta, è fondamentale adottare uno stile di vita sano: se ciò avviene si ha un grosso beneficio in termini di riduzione della mortalità che può arrivare al 27% rispetto a chi ha abitudini poco salutari. È il dato che emerge da uno studio coordinato dal National Cancer Institute americano e pubblicato su JAMA Network Open. "Numerose evidenze supportano i benefici per la salute derivanti dalla cessazione del fumo", scrivono ricercatori. "Tuttavia, gli ex fumatori rimangono in gran parte a rischio di mortalità più elevata rispetto ai non fumatori".

Per comprendere se gli stili di vita possono avere un impatto nel prolungare l'aspettativa di vita, i ricercatori hanno analizzato i dati, raccolti per quasi 19 anni, di quasi 160mila ex fumatori.  Il team ha indagato la loro aderenza a stili di vita salutari, definiti come il seguire un'alimentazione sana e mantenere il peso forma, essere fisicamente attivi, limitare il consumo di alcol.

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Dallo studio è emerso che chi era più ligio a seguire uno stile di vita salutare aveva un rischio del 27% più basso di morire durante il periodo dello studio rispetto a chi aveva abitudini poco salutari. La riduzione della mortalità osservata dai ricercatori era del 26% per il cancro, del 28% per malattie cardiovascolari, del 30% per le malattie polmonari. Tra i diversi comportamenti salutari, quello che sembra offrire il maggiore contributo alla riduzione della mortalità è l'attività fisica che, da sola, può produrre una riduzione del 17% del rischio di morte. "I benefici della cessazione del fumo sono forti e chiari. Questi risultati forniscono la prova che gli ex fumatori traggono vantaggio dall'adesione alle raccomandazioni sullo stile di vita, così come altri gruppi", concludono i ricercatori.

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